Quali sono due degli elementi principali che rischiano di inficiare la buona riuscita della psicoterapia? Dal mio punto di vista sono dolore e tempo! Questi sono naturalmente correlati tra loro e non esclusivamente dal punto di vista fisico, non tutte le psicoterapie infatti vengono realizzare a partire da sintomi fisici, ci possono essere difficoltà esistenziali o relazionali o sintomi fisici, dovuti spesso a somatizzazione come alcuni mal di testa oppure il dolore provato durante gli attacchi di panico. Il primo aspetto infatti è il dolore che di fatto ci impedisce di avere una visione lucida della situazione, ci confonde, ci fa sentire prigionieri e ci impedisce di riappropriarci della nostra vita e al tempo stesso ci toglie tempo ossia ci toglie la calma e la pazienza necessaria per affrontare il problema. Non è insolito infatti vedere una correlazione inversamente proporzionale tra il dolore ed il tempo a disposizione per poterlo trattare. Maggiore è il dolore che la persona vive minore è il tempo che questa persona è disposta a tollerare oltre. Spesso questa persona non ha la calma necessaria ad affrontare un percorso terapeutico che avverte troppo lento. La persona in questione quindi inizia a chiedersi cosa può fare tra una seduta e la successiva. Spesso accade che, passate alcune settimane, non essendoci una remissione completa dei sintomi la persona si sposta verso un altro terapeuta, con una specializzazione diversa. Questo è un grande rischio! Può essere che il terapeuta non abbia individuato la situazione, non sia riuscito a capire il problema. Tuttavia continuando a cambiate professionista non si da al professionista stesso il tempo necessario per poter lavorare. La conseguenza è che tutto questo non fa altro che alimentare il problema e cronicizzarlo sempre di più quindi renderlo sempre più complicato da risolvere.
Per approcciarsi correttamente ad una psicoterapia a mio avviso quindi sono questi i due elementi importanti: non aspettare che il dolore, il sintomo o il problema sia talmente forte da diventare invalidante e secondariamente non mettere eccessiva fretta a chi sta cercando di aiutarci quindi concedere e contrattare il tempo della cura con il terapeuta.