“Dottore cos’è il disturbo di depersonalizzazione?”. È una domanda che mi viene posta molto spesso, sia online sia offline. Mettiamo insieme un po’ di pezzi: il disturbo da depersonalizzazione e derealizzazione è un disturbo di tipo clinico. Si chiama di depersonalizzazione e di derealizzazione per due motivi distinti: il disturbo è l’aspetto di depersonalizzazione, è legato ad una sensazione di scollegamento da se stessi, dal proprio corpo, dalle proprie emozioni, dai propri vissuti come se la persona avesse la sensazione di vedere se stessa dal di fuori, come se fosse di fronte allo schermo della tv; il disturbo della derealizzazione invece è lo scollegamento dall’ambiente circostante, quindi come se non riuscisse ad essere protagonista e a collaborare e interagire con l’ambiente circostante, come se fosse un corpo estraneo all’interno di questo. Sono due cose distinte, che possono essere presenti o singolarmente o contemporaneamente quindi una persona può soffrire di personalizzazione, può soffrire di derealizzazione quindi questo collegamento della realtà o soffrire di depersonalizzazione e derealizzazione. Un’altra cosa importante da sapere è che può essere un disturbo persistente, quindi costante, oppure può essere intermittente, cioè attivarsi con una certa ciclicità, quindi ci sono dei momenti della vita che determinano l’attivazione del disturbo, degli altri invece dove la persona si sente assolutamente padrona di se stessa e dentro se stessa e partecipe e coinvolta nel mondo circostante nella sua realtà.
È un disturbo che colpisce circa il 2% della popolazione mondiale, indistintamente uomini e donne, si sviluppa soprattutto nella tarda adolescenza o prima età adulta e raramente dopo i 40 anni. Le cause possono essere diverse: possono essere tante e hanno tutte a che fare comunque con un qualcosa di traumatico, di forte e improvviso, di violento, ad esempio si parla di situazioni traumatiche, in cui si è temuto per la propria vita, si parla di violenza, si parla di episodi di abuso, si parla di momenti estremamente stressanti, si parla di lutti improvvisi di persone care ma ci sono tante altre motivazioni diverse e ciò che le contraddistingue tutte è proprio l’idea di un qualcosa di traumatico che in qualche modo tramortisce la persona, la lascia stordita e confusa, appunto scollegata o da se stessa o dalla realtà che la circonda.
Degli interventi proponibili ce n’è uno su tutti per superare questo tipo di problema è la psicoterapia, talvolta vengono prescritti anche dei farmaci, quindi in associazione alla psicoterapia anche la farmacoterapia, però l’intervento di tipo psicoterapeutico è quello elettivo in questo tipo di casi, quindi nel caso viviate questa condizione o conosciate qualcuno che sta vivendo questa situazione il consiglio è proprio quello di contattare un professionista e stilare insieme un percorso di cura.