“Dottore sono in attesa di risposte, è una vita che attendo ma queste ancora non arrivano: è due anni che stiamo insieme e non sa ancora se mi ama”.
La scelta è estremamente individuale e soggettiva sia della coppia che dell’individuo: ognuno di noi sa, dovrebbe sapere, cosa desidera da una coppia e da se stesso attraverso la coppia.
E’ altrettanto vero però che quando si va fuori tempo massimo come “due anni che stiamo insieme e non sa ancora se mi ama” le risposte che si cercano in realtà ci sono già. Il fatto stesso che il partner chieda così tanto tempo per rispondere a domande quali- convivenza, matrimonio, progettualità, figli- implica già una risposta. Qualora il partner neghi un tuo bisogno di risposte e non si ponga di fronte al dubbio del forse desideriamo, attualmente, due cose differenti: sta già offrendo una risposta.
Attendere una presa di posizione è deleterio perché la risposta è già presente, è sicuramente una risposta implicita che non piace al partner progettuale. Quest’ultimo piuttosto che esplicitare a se stesso la presenza della risposta accetta, generalmente, la bugia.
Cosa fare quindi piuttosto che stare nella menzogna dell’attendere una risposta già presente?
E’ possibile sicuramente attribuire al partner la responsabilità di non aver fatto circolare in coppia il tema del non desiderio di progettualità.
Allo stesso tempo però è importantissimo assumersi la responsabilità della delega e dell’attribuzione all’altro della scelta e dell’esplicitazione della scelta, una scelta già piuttosto chiara.