La visione del sesso e dell’amore negli anni si è completamente trasformata.
Se pensiamo alle generazioni precedenti, ad esempio quella dei miei genitori, il sesso era più vicino al tabù. Ovviamente non è che non venisse praticato, che non venisse sperimentato, che non ci fosse curiosità riguardo ad esso, ma il pudore con cui veniva raccontato era diverso, ma soprattutto ognuno, anche a causa di questo pudore, si trovava a fare i conti con il sesso nella propria testa, con il proprio partner o magari con un gruppo ristretto di amici.
Il rapporto con la sessualità avveniva in modo progressivo e graduale.
Il sesso adesso, invece, è diventato veloce, rapido, accessibile a chiunque, a tratti consumistico. L’importante è farlo, parlarne, ma ancor di più non coinvolgersi emotivamente. Succede allora che il sesso viene a monte delle relazioni: prima si fa sesso e poi si capisce se si può andare d’accordo, prima si fa sesso e poi arriva tutto il resto.
Questo porta necessariamente le persone a rapportarsi diversamente, in modo molto più individualista; da un lato si permette l’accesso a sfere largamente intime, come quella della sessualità, dell’intimità, ma dall’altro si impedisce l’accesso alla sfera emotiva.
In questo mondo in cui tutto diventa facile, tutto è accessibile immediatamente, il sesso lo diventa altrettanto. Il “tutto” in questo caso diventa molto simile al nulla, addirittura, forse, un pochino più povero, poiché si perde anche l’aspetto di fantasia, di desiderio, che da sempre è stato motore di qualsiasi attività e rapporto sessuale.
L’amore è morto e probabilmente con lui il sesso, eppure la speranza (probabilmente) esiste ancora.
Occorre osservare come in ogni movimento, in ogni direzione, porta con sé il contro-movimento, la direzione opposta.
Se è vero da un lato che la generazione tra i 30 anni e i 50 anni vive un sesso disilluso e un amore probabilmente morto, una generazione un più giovane, quella dei giovani adulti, della tardo-adolescenza, vive una visione del sesso diversa.
Arrivano in studio persone che vivono e vedono il sesso come qualcosa da tutelare, qualcosa da scoprire progressivamente, qualcosa che non deve essere privato del suo significato. Non è insolito quindi trovare 18/19/20enni che danno ancora importanza ai primi baci, ai primi rapporti sessuali.
Questo lo si nota anche facendo un giro in qualsiasi libreria. Su quanti scaffali è comparsa la categoria “young adult”, in cui ci sono romanzi come “My dilemma is you”, “Calendar girl”, “After” etc.? Di fatto questi romanzi offrono uno spirito nuovo, una sorta di speranza ritrovata, in cui il primo bacio genera un fidanzamento, in cui il primo rapporto sessuale diventa qualcosa da proteggere, di prezioso, che deve avere un significato particolare e come tale essere vissuto, con la persona giusta.
L’amore è morto ed il sesso probabilmente è morto con lui, ma speriamo che qualcuno le rianimi.