Perché strutturo i percorsi partendo sempre dalla fase di consultazione?
Nella playlist dedicata a “come funziona la psicoterapia” ho già parlato della fase di consultazione; una fase preliminare che si colloca sempre all’inizio di ogni percorso di psicoterapia, della durata di 3 o 4 incontri, allo scopo di comprendere la situazione.
Questa è però solo una spiegazione sintetica.
La fase di consultazione, tanto densa quanto cruciale, si concentra principalmente su 6 aspetti e oggi voglio entrare più nel dettaglio di questi, in modo che sia chiaro perché i primi 3-4 incontri di una psicoterapia, che apparentemente potrebbero anche sembrare tanti, vengono proprio dedicati alla consultazione.
Il primo aspetto è la possibilità di riuscire a comprendere qual è la situazione attuale, lo stato dell’arte, il disagio che la persona porta e quindi quali difficoltà e fatiche sta vivendo, nel momento in cui alza il telefono e fissa il primo appuntamento.
Successivamente (secondo aspetto) è fondamentale riuscire a capire quali sono le aspettative che la persona ha rispetto all’intraprendere un percorso di psicoterapia, poiché nel momento in cui si sceglie di fare un investimento, in termini di tempo, in termini di fatica, in termini emotivi ed in termini economici è fondamentale riuscire a capire (dal punto di vista dello psicologo) se è possibile soddisfare le richieste che vengono portate, comprendendole chiaramente, così da potersi concentrare sulla fase successiva.
Il terzo aspetto è quello in cui vengono comprese le cause che determinano il problema e quali sono i motivi che lo sostengono; perché la persona è arrivata a vivere questa difficoltà, questo incastro, che le impedisce di muoversi come vorrebbe?
Il quarto aspetto consiste nel riuscire a comprendere se io sono la persona giusta per essere d’aiuto. Se sono il professionista più adeguato per aiutare la persona ad affrontare e risolvere la sua difficoltà.
Il quinto aspetto si concentra sul definire bene in cosa consiste la terapia: quali sono i suoi obiettivi, quali i suoi tempi e quali le modalità con cui questa viene erogata, così da avere sempre chiaro in che direzione si sta andando, avendo anche una percezione rispetto a che punto ci si trova del lavoro intrapreso.
Questi primi cinque aspetti sono propedeutici al sesto, ovvero quello che si concentra sulle soluzioni. E’ vero che è fondamentale riuscire a comprendere qual è il problema e quali sono le aspettative, etc., ma tutto questo (i primi 5 aspetti) deve essere fatto nell’ottica di poter trovare le soluzioni più efficaci per la persona, poiché molte volte mi sento dire da pazienti, che magari hanno già intrapreso altri percorsi, che c’è una indefinitezza del percorso. Viene loro chiesto di esporsi, di andare ad affrontare, spacchettare e ricordare dinamiche del passato, magari anche spiacevoli o dolorose, senza però avere ben chiaro perché, in che direzione sta andando e soprattutto i motivi per cui il dottore si concentra così nello specifico su alcuni elementi, magari tralasciandone altri apparentemente più pertinenti.
Ecco a cosa serve la consultazione. Questa fase della terapia ha proprio lo scopo di andare a definire con chiarezza tutti questi elementi: comprendere il problema, le aspettative, le cause che lo determinano, etc., ma soprattutto concentrarsi sulle soluzioni possibili, così da rendere la persona sempre più consapevole di quali sono gli obiettivi del lavoro che ha intrapreso ed a che punto si trova del suo percorso.