Perché rapporti troppo stretti con la propria famiglia di origine incidono negativamente sulla nuova relazione?
Molti di voi penseranno “beh, è ovvio, perché la nuova relazione in qualche modo viene derubata del tempo poiché uno dei due partner è troppo presente, troppo disponibile, per la propria famiglia di origine e finisce col dedicargli troppo tempo”.
La coppia quindi rischia di essere una sorta di relazione part-time, in cui ci si deve accontentare del tempo lasciato libero dalla propria (o altrui) famiglia di origine.
Questo concetto però non è così banale. E’ infatti impossibile pensare che una coppia inizi la propria relazione con l’idea di essere part-time rispetto alla relazione con la famiglia di origine, anche se è verissimo che questo alcune volte alla fine accade. La cosa interessante è che quando tutto questo succede nessuno dei due partner, né quello “tradito” con i propri suoceri né colui che “tradisce” con i propri genitori è contento. Apparentemente si ritenere che almeno uno dei due dovrebbe essere contento, in particolare colui che “tradisce” poiché alla sua coppia lascia le briciole del suo tempo.
A differenza di quanto si potrebbe pensare molte volte è proprio chi tradisce con la propria famiglia di origine che inizia a sollevare i problemi, inizia a dire “così non sono contento”, “io così non sono felice” e l’altro risponde che nemmeno lui è felice eppure “se ci troviamo in questa situazione è per causa tua, sei tu che sei sempre là, sei tu che sei sempre disponibile, sei tu che mi hai detto “perché non andiamo a vivere vicino i miei genitori? Loro ci possono essere d’aiuto, magari mia madre ti stira le camicie e questo ci fa risparmiare qualche soldo, contribuiscono con la casa. Mio padre può curare il giardino””.
Discussioni come questa solitamente costituiscono il punto in cui inizia la serie di ripicche e rivendiche, che spesso generano nella coppia un’elevata conflittualità e talvolta, nei casi più fortunati, la portano ad arrivare in questa stanza.
Perché la coppia diventa così conflittuale e si arriva qui, in terapia di coppia? Perché vengono meno i patti che la coppia originariamente aveva fatto. E’ vero, ad esempio, che uno dei due aveva un rapporto speciale con la propria famiglia, ma è vero altrettanto che sapeva di essere stretto e che se in passato questo legame è sempre stato una risorsa magari in un futuro il suo “peso” si sarebbe sentito. E’ vero altrettanto che anche l’altra persona, il partner, sapeva di questo legame forte, ma sino ad un certo punto è riuscito a
conviverci, anche bene, ma poi i presupposti sono cambiati: relazioni particolarmente invischiate nella famiglia di origine fanno sì che venga scelto un partner che si spera capace di portare via, di portare lontano, aprire le porte di nuove strade, nuovi percorsi capaci di allontanare in parte dalla famiglia, facendo prendere spazio, senza necessariamente uscire sbattendo la porta, giustificati dalla costituzione della nuova famiglia.
Non è quindi insolito avere, soprattutto in relazioni invischiate con la propria famiglia, il desiderio (inconscio o meno) di una relazione anche per scappare, prendere e andare, ma poi spesso si fanno i conti con la realtà e quindi il partner, che sino a poco tempo prima era colui che portava questo vento di novità, questa curiosità, questa volontà di scoperta, perde la sua carica e anche per amore (questo aspetto è troppo spesso sottovalutato) spesso male interpreta i messaggi di vicinanza con la famiglia: “devo passare dai miei” ascrivendoli alla volontà del partner, conformandosi progressivamente alle esigenze dei suoceri.
Queste richieste, esigenze, dei genitori a cui il figlio sente di “dovere” rispondere, vengo fraintese dal partner (le legge come una volontà) ed anziché essere colui che progressivamente aiuta ad uscire da questo sistema, diventa colui che, anche per stare vicino al partner, lo ributta ancora più dentro alla dinamica.
Tutto questo diventa quindi soffocante, perché ci si rende conto che non si potrà mai riuscire ad avere la libertà, l’indipendenza e l’autonomia tanto sognate e che si sperava di ottenere attraverso la relazione. Tra i partner si genera quindi conflitto, un sistema di rivendica reciproca in cui uno dice “io l’ho fatto per te. L’ho fatto perché pensavo che era ciò che volevi. L’ho fatto perché so che è un rapporto speciale” e l’altro puntualmente risponde (una vota presa coscienza) “sì, speravo che da questo rapporto speciale mi aiutassi a liberarmi, che riuscissi a portarmi permettendomi finalmente di essere libero”.