Oggi parliamo della eiaculazione precoce e dei falsi miti ad essa connessi. Lo faccio prendendo spunto da un’interessante ricerca, che si chiama PE Confidential Survey, che ha indagato la vita sessuale e le difficoltà di eiaculazione precoce di 4.500 uomini in 9 paesi europei.
La ricerca offre una serie di informazioni utilissime a comprendere meglio in cosa consiste l’eiaculazione precoce ed aiuta a fare chiarezza sulle “credenze popolari” ad essa connessa.
Partiamo dalla prima: i disturbi di eiaculazione precoce colpiscono i giovanissimi. Non è vero, nonostante molte dicerie individuano una persona alle sue prime esperienze sessuali come più portata a soffrire di disfunzioni sessuali come l’eiaculazione precoce, proprio perché inesperta, i dati mostrano qualcosa di diverso.
La gran maggioranza di persone che soffre di eiaculazione precoce ha un’età compresa tra i 31 e i 40 anni. Ovviamente non possono essere definiti anziani, però al tempo stesso non possono essere neanche definiti giovanissimi. Non possono essere, o meglio, raramente saranno, delle persone alle prime esperienze sessuali.
E’ quindi nella fascia d’età 31-40 anni che si concentrano le principali difficoltà sessuali legate alla eiaculazione precoce.
Un altro dato interessantissimo è che il 76% delle persone che soffrono di eiaculazione precoce vive una relazione stabile. Un altro falso mito infatti è che l’eiaculazione precoce si presenti soprattutto nei rapporti occasionali.
Questo è vero nel senso che il rapporto occasionale genera una maggiore ansia rispetto ad una relazione stabile, perché ci si deve rapportare con una persona con la quale si ha uno scarso feeling, però non è una discriminante per diagnosticare l’eiaculazione precoce.
Partiamo quindi dal presupposto che il 76% di persone che vivono questa disfunzione sessuale è all’interno di una relazione di coppia stabile, quindi questo stesso elemento di stabilità, che dovrebbe essere rassicurante, per chi soffre di eiaculazione precoce non è sufficiente .
Un altro elemento importantissimo, e molto interessante, è che le principali strategie che vengono utilizzate per affrontare l’eiaculazione precoce sono basate sul consiglio “non pensarci. Questa è ovviamente una cosa impossibile; se qualcuno ha provato, anche in altri contesti della vita, a ripetersi di non pensare ad un problema la prima cosa che viene da fare è pensare proprio al problema.
La mente non funziona percependo la particella “non”. Se io adesso chiedessi a chi sta leggendo di non pensare ad un elefante rosa la prima cosa che verrebbe alla mente è proprio un elefante rosa, perché la nostra mente non funziona per negazione, ma per affermazione, quindi se ci si ripete nella testa “non pensare a..” in realtà non si fa altro che pensare esattamente a quel qualcosa e nel caso della eiaculazione precoce ha effetti deleteri sulla prestazione.
Un ulteriore elemento interessante è legato alla durata, poiché molte volte si sente dire che se una persona ha una durata inferiore ai 2 minuti all’ora soffre di eiaculazione precoce. La durata non è una discriminante a meno che non ci sia una costanza (trasversalità) della prestazione in diversi contesti e relazioni. Provo a spiegarmi meglio: avere una eiaculazione in meno di 2 minuti in un rapporto (singolo) non determina un problema, poiché non è una discriminante per far sì che venga diagnosticata l’eiaculazione precoce, perché questa (la patologia) non è influenzata dal tipo di rapporto (occasionale o stabile). Al contrario la prestazione è fortemente influenzata dal contesto e dal tipo di partner.
Non è la semplice durata della prestazione a determinare se si soffre o meno di eiaculazione precoce.
Un altro spunto di riflessione utile è che molte volte si considera, soprattutto dal punto di vista maschile, il disturbo di eiaculazione precoce come un problema che può mettere a dura prova la relazione, il sentimento del partner e la possibilità di proseguire la storia.
Il 57% degli uomini che soffre di eiaculazione precoce crede che questo potrebbe essere uno degli elementi determinanti per la fine della sua relazione sentimentale, a fronte invece del 29% delle donne che hanno partner che soffrono di eiaculazione precoce.
Le donne ritengono il problema meno grave, nel senso che lo ritengono un elemento meno destabilizzante all’interno della coppia di quanto lo ritenga l’uomo, infatti il 57% di uomini che soffre di eiaculazione precoce crede che questa potrebbe essere la causa della fine della sua relazione, mentre lo crede il 29% delle donne che si trova all’interno di una relazione con questa disfunzione sessuale. Poco più della metà.
Un ultimo spunto che offre la ricerca è legato all’utilizzo dei farmaci.
Viene spesso considerato che l’eiaculazione precoce potrebbe essere una difficoltà fisica ed in alcuni casi può anche essere vero, motivo per cui molte persone ricorrono al farmaco convinte che possa risolvere tutto.
Diciamo che, in linea di massima l’eiaculazione precoce, se determinate da una causa fisica, biologica, e non da una causa psicologica, è legata principalmente a bassi livelli di serotonina, ma questa giustifica solo il 10% dei casi, quindi circa il 90% dei casi di eiaculazione precoce ha una base psicologica e come tale devono essere trattati.
Questi sono alcuni degli spunti più interessanti della ricerca. Spero possano essere stati inutili.